Oggi vi voglio riportare un’intervista di dicembre scorso di Masashi Kishimoto al Los Angeles Times(sito inglese) che ci fornisce maggiori dettagli su questo autore. Buona lettura.
Intervista. A trentaquattro anni Masashi Kishimoto è uno dei mangaka, o artisti, di maggiore successo nel mondo. La sua serie riguardante l’esperienza ninja di Naruto Uzumaki ha venduto decine di milioni di copie in tutto il mondo.
Kishimoto nato nella prefettura rurale di Okayama, vive a Tokyo, dove lavora con diversi assistenti.
“E’ piuttosto imbarazzante parlare del perchè Naruto piaccia alla gente ma penso che sia il suo essere “zuccone” ad attrarre” disse Kishimoto in un’intervista via email, aiutato dal traduttore Hiromi Psaila. “Certamente gli eroi sono cool ma nessuno può realmente simpatizzare per loro oppure identificarsi in loro. Naruto commette spesso errori e possiede punti deboli. Naruto si sente inferiore ai suoi pari ma odia essere un perdente. Anche se non ci pensa troppo egli sa che odia perdere e tutti noi sappiamo come ci si senta. Credo che i lettori vedano sè stessi in Naruto ed è per questo che piace: essi possono simpatizzare con lui e le sue debolezze.”
-8557″>Da ragazzo Kishimoto era ossessionato dai manga e dal baseball. Alle scuole elementari egli diventò completamente dipendente dalla popolare serie DragonBall. Il suo interesse si è gradualmente espanso includendo altre serie come Akira di Katsuhiro Otomo. Kishimoto si concentrò sul disegno, trascurando la scuola e, alle medie, era penultimo della classe (trentesimo su trentuno) ^^
Mentre era alla scuola d’arte vinse un premio ad un concorso per aspiranti artisti manga con la sua storia “Karakuri” (meccanismo). Il suo successivo lavoro, una breve storia di una volpe imprigionata in un corpo umano (la volpe è una forma tradizionale del folklore giapponese) chiamato Naruto, apparve per la prima volta nel 1997. Due anni dopo, una nuova versione di Naruto venne serializzata nel magazine “Weekly Shonen Jump” e riscosse subito successo.
Anche se il nome era rimasto lo stesso, Kishimoto apportò molte modifiche alla storia. Il villaggio della foglia fu quasi del tutto raso al suolo da una volpe a nove code, una creatura così terribile da essere vista come una punizione divina. Il capovillaggio morì imprigionando il demone all’interno del corpo di un neonato: Naruto. Siccome egli veniva continuamente associato al demone, Naruto visse un’infanzia di solitudine, escluso dalla gente del villaggio. All’accademia ninja egli rovinava le lezioni, faceva continui scherzi e prendeva tutto alla leggera.
“Naruto è nato in qualche modo, non saprei spiegare come ma di sicuro non è nato da un’ispirazione specifica“, aggiunge. “La sola immagine che avevo in mente era un personaggio disobbediente e biricchino. Io ero uno scarso studente tuttavia, a differenza di Naruto, ero il tipo che rinunciava facilmente e ponderavo molto su cose che non valeva la pena ponderare. Volevo Naruto differente da me. E’ stato creato basandomi su me stesso ma diversificandolo da come ero realmente“.
Dopo la sua promozione all’accademia (dopo tre tentativi) iniziò l’allenamento avanzato come ninja. Anche se esteriormente rimaneva un personaggio goffo, stupido e disobbediente, egli avrebbe dato la vita per proteggere gli amici ed in situazioni estreme egli poteva fare affidamento all’energia del demone imprionato in sè stesso. Sotto la supervisione del suo maestro Kakashi egli andò in missioni in squadra con il rivale Sasuke e Sakura, per la quale ha una cotta.
Il tratto ben marcato di Kishimoto e le aree in cui il nero è predominante, danno un grande impatto visivo alle scene. Le figure appaiono ben disegnate, accuratamente proporzionate e le loro pose suggeriscono dei movimenti credibili. “Ho scelto di disegnare le figure umane il più accuratamente possibile proprio perchè volevo dare un effetto molto più realistico alla scena“, Kishimoto spiega. “Esagerando si potrebbe dare alle azioni più forza, ma mi piace dare un effetto più realistico: aiuta nel rendere più cool le scene di azione anche se non possono essere potenti quanto le linee esagerate.”
Kishimoto si comporta come un regista in ogni pagina, giustapponendo primi piani di personaggi a grandi scene di combattimento. Il lettore può vedere la risolutezza di Naruto crescere prima che sconfigga l’avversario.
“Guardo molti film e tendo ad essere influenzato da scene che mi intrigano e mi spingono ad utilizzare gli stessi effetti o tecniche” Kishimoto spiega. “Una volta ho adottato una tecnica di Takeshi Kitano che consiste nel riprendere gli oggetti da grande distanza per soffocare l’emozione della scena. Mi piace come Quentin Tarantino crea le scene con una serie di primi piani o mostrando belle immagini di persone che camminano in una normale strada in slow motion. Penso di poter rendere questo effetto di slow motion all’interno del manga tuttavia è estremamente possibile; l’unica cosa che possiamo fare noi mangaka è giocare con le tonalità del nero sul bianco. Mi piace anche il modo in cui Michael Bay riprende le scene in controluce. Mi piacerebbe provarlo nel manga ma la ritengo una cosa molto difficile.”
Quando era ancora uno studente Kishimoto studiò il lavoro dei più famosi mangaka ed animatori giapponesi. Oltre a Dragonball ed Akira, egli lesse, rilesse e ricopiò i disegni di Hiroyuki Okiura nel sci-fi fantasy “Jin-Roh: The Wolf Brigade”, la storia ninja “Ninku” di Koji Kiriyama ed il racconto cyberpunk di Masamune Shirow, “Ghost in the Shell“, che fu adattato in animazione da Mamoru Oshii. Kishimoto ritiene che questi successi abbiano spianato la strada a Naruto, che ne è stato influenzato.
“Non ho pensato molto ai lettori stranieri quando iniziai Naruto ma sapevo che molti degli artisti da cui sono stato influenzato erano stati accettati oltremare” egli conclude. “Tutti gli artisti da cui sono stato influenzato hanno avuto molto successo oltremare, forse è per questo che sono stato più facilitato rispetto ad altri. Naruto quindi deve molto a questi artisti che si sono guadagnati il plauso del pubblico oltremare.”
L’intervista è stata effettuata da Charles Solomon, autore di Disney Lost and Found.
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